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Il giorno 21 giugno 1915 mi fu inviata a Col S. Anna la lettera N. 5068 del Rettore Magnifico Senatore Cocchia cos' concepita:
"Sono veramente commosso e sentitamente grato alla S.V. Ch.ma del saluto inviatomi dal fronte ove i generosi figli lottano per restituire alla Patria i i termini sacri che natura pose, quale schermo, tra noi e l'inimica rabbia.
Salute e gloria ai fortunati cui tocca l'alto onore di gettare le assise della più grande Italia.
Salute e gloria a Lei, illustre e caro collega, ugualmente forte e saldo nelle funzioni accademiche e negli aspri cimenti bellici.
Per testimoniare alla S.V. Ch.ma con quanta viva simpatia io la segua in questa Patria impresa, ho voluto domandare per Lei a S. E. il Ministro della P. I. una nuova onorifica distinzione che valga a significare che non sempre è perduto tutto ciò che si fa, vuoi per l'accrescimento della cultura, vuoi pel miglioramento sociale.
Con distinta considerazione e viva affezione
Il Rettore Cocchia